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RADIO TV SERIE A CON RDS

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Alessandro Rimi

A 32 anni appena compiuti ho spesso la sensazione di non aver ancora fatto nulla. E ci mancherebbe altro, la strada è ancora lunga. Però, a pensarci un attimo, di cose ne ho fatte, da quando nel 2010 lasciai la mia Sicilia per inseguire un sogno: fare il giornalista sportivo a Milano, la “city” delle mega opportunità.

La storia è sempre la stessa: un malato di calcio che vuole fare il calciatore ma poi, a un certo punto, capisce che forse è meglio tornare sulla terra. Io comunque, in un modo o nell’altro, nel calcio volevo lavorarci sul serio. Non credete a nessuno che vi dica: “È soltanto un gioco”, no, non lo è. Ma dove, quando, perché? Prendetevi tutto il vostro tempo per spiegargli il contrario, ne vale la pena sempre.

Così mi laureo in comunicazione, seguo seminari sul giornalismo, mi iscrivo a un corso per aspiranti telecronisti sportivi, finisco a raccontare la Serie C per una TV digitale e un mese dopo entro in una radio milanese.

In tre anni avevo deciso e definito la mia vita: non volevo fare altro che non fosse parlare di calcio, con una cuffia in testa e un microfono davanti. Rido quando penso a mia madre: “Da piccolo pochissime parole, ora non la smetti più!” I miei esordi li ricordo con il cuore a duemila e una voce ben più alta del limite di tolleranza. Al debutto in un match di Serie A, per fortuna, ero molto più “in control” (così dicono gli inglesi). La stessa identica adrenalina. DAZN mi ha dato l’opportunità di dire: “Sì, ce l’ho fatta!”.

Ora è successo di nuovo, perché la radio non l’ho mai lasciata. Da Radio MilanInter a Radio Monte Carlo Sport, in onda ogni giorno e a qualunque ora. In mezzo di tutto: tv locali, giornali nazionali, testate online, docenze universitarie (ecco la mia altra grande passione!), pagine social, calciomercato, eventi, stadi nel mondo, un sacco di cronache, un sacco di interviste, un sacco di viaggi, un sacco di gente. Sfide vinte e partite perse. Porte chiuse che ti lasci alle spalle e portoni che si spalancano all’improvviso.

Come Radio TV Serie A con RDS che dà senso a tutto questo. Un meraviglioso cerchio che torna al punto di partenza per costruirne uno ancora più grande.

Calcio, cuffie e microfono, al massimo livello. Le prime parole: ma quando partiamo?


A 32 anni appena compiuti ho spesso la sensazione di non aver ancora fatto nulla. E ci mancherebbe altro, la strada è ancora lunga. Però, a pensarci un attimo, di cose ne ho fatte, da quando nel 2010 lasciai la mia Sicilia per inseguire un sogno: fare il giornalista sportivo a Milano, la “city” delle mega opportunità.

La storia è sempre la stessa: un malato di calcio che vuole fare il calciatore ma poi, a un certo punto, capisce che forse è meglio tornare sulla terra. Io comunque, in un modo o nell’altro, nel calcio volevo lavorarci sul serio. Non credete a nessuno che vi dica: “È soltanto un gioco”, no, non lo è. Ma dove, quando, perché? Prendetevi tutto il vostro tempo per spiegargli il contrario, ne vale la pena sempre.

Così mi laureo in comunicazione, seguo seminari sul giornalismo, mi iscrivo a un corso per aspiranti telecronisti sportivi, finisco a raccontare la Serie C per una TV digitale e un mese dopo entro in una radio milanese.

In tre anni avevo deciso e definito la mia vita: non volevo fare altro che non fosse parlare di calcio, con una cuffia in testa e un microfono davanti. Rido quando penso a mia madre: “Da piccolo pochissime parole, ora non la smetti più!” I miei esordi li ricordo con il cuore a duemila e una voce ben più alta del limite di tolleranza. Al debutto in un match di Serie A, per fortuna, ero molto più “in control” (così dicono gli inglesi). La stessa identica adrenalina. DAZN mi ha dato l’opportunità di dire: “Sì, ce l’ho fatta!”.

Ora è successo di nuovo, perché la radio non l’ho mai lasciata. Da Radio MilanInter a Radio Monte Carlo Sport, in onda ogni giorno e a qualunque ora. In mezzo di tutto: tv locali, giornali nazionali, testate online, docenze universitarie (ecco la mia altra grande passione!), pagine social, calciomercato, eventi, stadi nel mondo, un sacco di cronache, un sacco di interviste, un sacco di viaggi, un sacco di gente. Sfide vinte e partite perse. Porte chiuse che ti lasci alle spalle e portoni che si spalancano all’improvviso.

Come Radio TV Serie A con RDS che dà senso a tutto questo. Un meraviglioso cerchio che torna al punto di partenza per costruirne uno ancora più grande.

Calcio, cuffie e microfono, al massimo livello. Le prime parole: ma quando partiamo?


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